Nel cuore delle persone

I rapporti umani sono spesso un disastro perché gran parte dell’umanità non capisce che entrare nel cuore delle persone non è una conquista, ma non è neanche tanto meno un’opportunità

Presa come conquista, induce a voler conquistare appunto, il che significa compiere un’azione di forza, un’imposizione e, infatti, voler conquistare non significa altro, nella sua accezione più ampia, che voler imporre, su qualcuno, o su qualcosa, la propria ragione, la propria volontà.

Presa come un’opportunità viene a costituire un interesse, qualcosa che produce dei vantaggi i quali diventano il vero fine di tutte quelle operazioni che sembrano mirare al cuore.

Nel secondo caso, entrare nel cuore delle persone è un mezzo per ottenere altri fini, nel primo è un fine da raggiungere per sentirsi importanti.

Mentre entrare nel cuore delle persone è l’unico modo per stare insieme, divertirsi, conoscersi, ma soprattutto giocare.

Sì, perché per giocare con i sentimenti occorre entrare nel cuore delle persone.

E chi non l’ha mai fatto?

Magari non consapevolmente, magari per lui non era un gioco.

Ecco, è proprio quello il punto.

Entrare nel cuore di una persona è invece esattamente come entrare in un gioco, non perché uno debba necessariamente volersi divertire con i sentimenti altrui, non è necessario questo per entrarci, bensì perché ci sono delle regole, regole che stabiliscono le relazioni che possono avvenire al loro interno.

Regole che non sempre si conoscono perché sono le regole della persona che ti fa entrare nel suo cuore, non sono le tue, non dipendono da te e, a meno che uno, volendo entrarci per conquista o opportunità, si debba necessariamente premunire dell’acquisizione di tali regole, non è nemmeno necessario conoscerle.

Infatti molto spesso sono sconosciute persino alla persona e che, per questo, è condotta a pensare che invece tu le conosca dato che sei riuscita ad entrarci. Dunque si aspetta anche che tu le rispetti. Cosa che non sempre avviene perché, appunto, la conoscenza, quando è disinteressata e finalizzata a nient’altro che a sé stessa, viene dopo e viene giocando, ma non con i sentimenti, viene giocando con la persona, standoci insieme, relazionandosi, nel gioco.

Accorgersi dei giochi di seduzione che ciascuno mette in atto e quelli a cui sceglie di partecipare è il secondo passo da fare.

Se la seduzione viene presa per quello che è, cioè un gioco e sapendo soprattutto cos’è un gioco, ecco che allora ci si può anche divertire senza giocare con i sentimenti e senza prendersi gioco degli altri, ma soprattutto senza far sì che siano gli altri a giocare con i nostri sentimenti o a prendersi gioco di noi stessi.

Altrimenti, ogni tentativo di seduzione è e resterà soltanto un gioco di potere in cui si tenta di appropriarsi del desiderio dell’altro e di manovrarlo a proprio piacimento.

Nella maggior parte dei casi le persone non sono consapevoli dei comportamenti che mettono in atto e se lo sono, non lo sono del perché, ma se lo sono anche del perché, il più delle volte ritengono questo perché una necessità, cosa che spesso non è, ma che considerare tale pone, costringe, in una certa posizione di impossibilità a fare diversamente.

Ciò nonostante, sono considerazioni che provengono dalla persona stessa e non da una necessità superiore e il non esserne consapevoli è ciò che impedisce di accorgersi di come funzionano questi giochi di potere.

Occorre che ciascuno diventi consapevole dei propri giochi e, soprattutto, capisca che non sono necessari e quando invece un gioco lo è. Che non è perché un qualcosa lo si chiama “gioco” che non debba essere necessario. Questo è ciò che viene inculcato ai bambini, che alcune cose sono giochi, dunque non necessarie, e altre non sono gioco quindi sono cose necessarie, ma noi analisti della parola, che abbiamo superato la condizione di ingenuità del pensiero, sappiamo che in verità esistono soltanto giochi, alcuni arbitrari, i più, altri necessari, pochi, molto pochi.

Ma il fatto che un gioco sia necessario non esclude la possibilità di giocare gli altri. Tutt’altro. Consente di poterlo fare meglio, in maniera più accattivante, efficace, divertente, soddisfacente, oltre che responsabile e benefica.

Per questo, il primo passo assolutamente necessario da fare altro è imparare a conoscere il funzionamento del logos, perché il cuore, il centro, il fulcro, il motore, l’essenza delle persone è il logos, il linguaggio.

È impossibile non sottostare alle sue regole e tutto accade al loro interno.

Non ci si può non sottostare nemmeno per amore.

Soprattutto per amore.

Perché il cuore delle persone, cioè il linguaggio, è l’unica condizione per amare, per mettere le persone in relazione, l’unico modo per far esistere l’amore, dunque anche l’unico per praticarlo, per giocarlo, per giocare qualunque gioco e per farlo con amore.

Il cuore delle persone sono le regole del logos.

Conoscerle, significa relazionarsi in maniera responsabile, soddisfacente, divertente, benefica e non disastrosa.